Il linfedema è una condizione patologica che si manifesta come gonfiore di una regione del corpo per via di un enorme ed esagerato accumulo di linfa nei tessuti.

Esistono 2 tipologie di edema:

  • presente alla nascita per malformazioni linfatiche, detto quindi “linfedema primario”;
  • linfedema secondario, ossia che si manifesta dopo terapia chirurgica oppure dopo traumi e dura più di tre mesi.

E’ una patologia importante per la quale non ci sono cure e che – senza adeguato trattamento – peggiora e diventa irreversibile, con conseguenze di ordine fisico, estetico e psicologico.

Diverse sono le cause del linfedema secondario, la più frequente è legata agli interventi chirurgici oncologici che prevedono la rimozione dei linfonodi regionali.

Nelle donne operate al seno per neoplasia, quando l’intervento è associato all’asportazione dei linfonodi ascellari, si manifesta solitamente un importante linfedema degli arti superiori; il rischio di andare incontro a questa patologia è quasi raddoppiato se viene poi associata la radioterapia.

Il linfedema può svilupparsi anche agli arti inferiori per asportazione dei linfonodi inguinali o pelvici, in eventuale associazione anche alla radioterapia, per neoplasie ginecologiche, della prostata, del testicolo, del colon-retto, melanoma, ecc.

Cause più rare sono dovute ad esiti di stripping venoso, a complicanze della chirurgia vascolare periferica, della lipectomia, di ustioni, di cicatrici, di punture di insetti, ecc.

Una forma particolare di questa patologia è rappresentata dal “linfedema da disuso”, sempre più diffuso soprattutto negli anziani costretti a letto o seduti in poltrona o carrozzina: è dovuto ad insufficienza dinamica sia per un carico che eccede la capacità di trasporto sia per riduzione dei meccanismi di stimolo e spesso viene complicato anche da problemi di nutrizione e/o da una ridotta funzione renale o epatica.

La diagnosi di linfedema è clinica e l’ecografia è in grado di fornire dati morfologici classificando in stadi le diverse consistenze dell’edema e consente l’orientamento e il monitoraggio della terapia e del follow-up del paziente in trattamento.

Nel poliambulatorio è possibile effettuare una attenta valutazione ecografica e sono presenti terapisti appositamente formati che si occupano di linfodrenaggio.

Lasciamo la parola alla nostra fisioterapista Giulia, le abbiamo chiesto “Cosa è fondamentale per convivere con questa patologia?”.
Ecco le sue risposte:

Linfodrenaggio manuale: noi fisioterapisti, alla presa in carico del paziente, effettuiamo una valutazione per stabilire come impostare la terapia; questa viene eseguita a cicli ripetuti durante l’anno, secondo un protocollo e seguendo le indicazioni del medico che ha prescritto la terapia.

Bendaggio: è il gold standard nel trattamento poiché iuta a mantenere l’edema sotto controllo. E sì…si può imparare anche ad auto-bendarsi!

Esercizio fisico: che sia associato o meno al bendaggio o meno aiuta a ridurre l’edema. Fondamentale dopo una patologia oncologica e/o chirurgia.

Cura della cute: imparerai come gestirla per evitare complicanze o infezioni molto comuni in questa patologia.

Educazione terapeutica: riceverai le informazioni corrette per convivere con questa patologia cronica.

Articolo a cura della Dr.ssa Francesca Arrigoni – Medico specializzato in Radiologia
Con la collaborazione della nostra fisioterapista Giulia Vilasco